Note di regia

Questo spettacolo, come anche È bello vivere liberi! implica l´elaborazione di una storia da una prospettiva prevalentemente storica e documentaristica a una visione più artistica contemporanea, disposta a varcare i confini del conosciuto, del filologico, del politicamente corretto. La semplicità ingannata non è un documentario ma un progetto artistico dove il teatro è anche la possibilità di tradire il dato certo o quantomeno di considerare il dato certo come un punto di partenza, un trampolino per un racconto che abbia come soggetto principale la società e le donne e gli uomini che la compongono. La scrittura del testo si è rivelata un parto faticoso anche per il continuo presentarsi del "grande interrogativo": fino a che punto è lecito elaborare i dati senza che questa operazione si trasformi in un mero tradimento della verità storica? In questo progetto ho cercato di elaborare alcuni lati della vicenda realmente accaduta con analogie che li rendessero più contemporanei e vicini a noi spettatori del ventunesimo secolo. Per questo ho cercato di fare in modo che concetti come "eresia", "dote" assumessero anche significati altri, più ampi di quelli letterali e che la "monaca forzata" diventasse simbolo non esclusivo della condizione femminile nel suo complesso. Una condizione che ha ancora bisogno di riscatto. La semplicità ingannata parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi "coro" per cambiarlo.

Scelte produttive

Insieme ai miei collaboratori, ho deciso di provare il MICROCREDITO, per dare vita a una forma di produzione teatrale popolare, indipendente e condivisa. Quello che abbiamo chiesto non è stato un finanziamento a fondo perduto ma un microcredito che verrà restituito con l´eventuale acquisto di una replica dello spettacolo, favorendo contemporaneamente così anche la vita e la visibilità del lavoro teatrale. Si tratta di un progetto di Village Producing che si ispira al Village Banking, una delle metodologie di microcredito che sta salvando l´economia locale dei paesi poveri. Abbiamo proposto un´esperienza di "produzione teatrale partecipata" perché crediamo in uno sviluppo teatrale sostenibile dal punto di vista sociale ed economico. L´obiettivo è l´autosufficienza economica del progetto artistico, che vede nel microcredito non solo un puro strumento finanziario ma anche l´opportunità di creare una vera e propria forma di coesione sociale tra artisti e realtà teatrali.