Chris Rocchegiani, La camera esterna
Irrinunciabile: RICERCA

"Pensa allora, anima mia, che la morte non è altro che un servitore che porta una luce nella camera esterna" dalle parole di John Donne tratte da "Il cammino dell'anima" inizia la strada per la comprensione della poetica artistica di Chris Rocchegiani.

Due livelli di lettura, di profondità, due parti di uno stesso racconto: la prima rappresentata da cinque dittici è l'involucro, la seconda narrata da carte sospese è il nucleo. Animali raffigurati con chiazze di colore: una marrone che rappresenta il contatto con la terra e il corpo, l'altra bianca, sospesa, che racchiude l'anima.

Le cinque tele sono narrazioni di morti non violente e tutte differenti. In ognuna di esse viene descritto un passaggio dalla vita alla morte, una rarefazione del corpo di una volpe, un maiale, un uccello, un lupo... La specie non ha importanza. L'artista si affida al mondo animale per indagare il trapasso, entrando in contatto con l'essenza ancestrale e l'istinto. Il selvatico prende il sopravvento. Il passaggio da fisico ad etereo avviene indipendentemente dalla consapevolezza dell'essere umano. Si compie l'evoluzione: l'anima trasmuta il senso del vissuto e fuoriesce dal corpo. Rarefazione, assenza di respiro, un alito che esce come una liquefazione, una liberazione. Non c'è nulla di drammatico in queste morti, solo la narrazione di un transito, un cambiamento di status. Il dualismo tra corpo e anima riecheggia nelle tele così come nella parte interna dell'opera, disegnata e dipinta su carte giapponesi.

Il cuore di questa installazione è rappresentato dall'esperienza umana. Corporeo e incorporeo vengono sviscerati in ogni loro declinazione. Il nucleo è l'uomo e il suo ritorno a casa: figure sospese e leggere rappresentano le tappe di un percorso di meditazione nella costante ricerca di Dio. Per l'artista è irrinunciabile indagare il passaggio dalla vita alla morte e il divino. I disegni, dialogando con i dittici esterni, traghettano lo spettatore nel cuore dell'opera: la leggerezza della meditazione si materializza nel bianco e nel tratto accennato. L'elemento duale qui è rappresentato dall'uomo e dall'elemento esterno. Si concretizza la consapevolezza percettiva dell'esperienza interiore: l'anima in espansione diventa eterea, non afferrabile, impalpabile. "La camera esterna" è un racconto di fasi meditative individuali, una poetica artistica mossa dall'esigenza dalla ricerca di Dio: un lavoro che Chris Rocchegiani porta avanti da oltre un anno e che trova il suo primo compimento a NotteNera.

Soffermatevi ad osservare, riflettete... Meditate.

Federica Mariani
Co-curatore Arti Visive NotteNera 2013