Il progetto NotteNera

Il concept di Nottenera è di Bruno Massi, Sabrina Maggiori e Paula Carbini. L´evento Nottenera 2012, con la direzione artistica di Sabrina Maggiori e la supervisione di Paula Carbini, è realizzato dall´associazione "Nottenera", presieduta da Maria Rosaria Vernuccio, gruppo di soggetti locali nel quale confluiscono l´associazione TiVittori, il Comune di Serra de´ Conti, la Pro Loco di Serra de´ Conti, il Coro "Francesco Tomassini", il Circolo Legambiente "Verdeacqua". L´associazione è nata appositamente per sostenere concretamente e contribuirne allo sviluppo del progetto.

 

Tema 2012: LA TRASFORMAZIONE
È TEMPO DI CAMBIARE

Oggi nella nostra nazione, nella nostra società sembra non cambiare mai nulla, eppure nello stesso istante, ogni giorno di più capiamo che niente sarà più come prima.

Tante sono le cause di questa situazione ma c'è anche una nostra responsabilità, poiché pensando di proteggere ciò che avevamo ci siamo ostinatamente attaccati alle forme del nostro benessere. Mentre avremmo dovuto capire che era necessario evolversi negli usi, nei costumi e nei comportamenti siamo rimasti immobili ed aggrappati a vecchie certezze, impedendoci così di immaginare una vita che rispondesse autenticamente ai nostri bisogni e desideri.

Ora, mentre tutto sembra crollare, possiamo ritornare attori della nostra esistenza solo abbracciando il cambiamento che incombe, affinché, sebbene carico di paura ed incertezza favorisca la necessaria trasformazione del nostro mondo.

Mi auguro, e vorrei che tutti lo facessimo, che sorretti dalla volontà di immaginare, cercare e costruire la strada per una vita rinnovata e piena di bellezza e significato diventiamo capaci di trasformarci anche noi per diventare agenti del rinnovamento ormai necessario, e portatori di un nuovo mondo, un mondo che se non lo costruiremo noi nessuno potrà donarci.

Pamela Ventura _ Associazione Nottenera

 

Manifesto Poetico

Il buio opera uno spaesamento, impone una diversa continuità percettiva, libera la visione dai principi ordinati e dalle regole che stabiliscono le coordinate spaziotemporali. Nel presente, dentro il momento, l´occhio perde la sua centralità mentre si potenzia il dialogo con gli altri sensi e il ritorno ad un dominio fisico si prospetta come esperienza fondante di autorappresentazione. È così che si dischiude una declinazione possibile di comunità che si sostanzia attraverso un lavoro mirato sul territorio, che può finalmente vibrare e riproporsi attraverso un filtro visionario, sospensivo, vertiginoso, ludico.

La liquidità teorizzata da Bauman è sostanza del progetto culturale Nottenera che si evolve durante tutto l´anno attorno a scambi, sovrapposizioni, occasioni e crescite. A pensar bene, dinamiche di sfida delle abitudini mentali di ciascuno, proposte di superamento di paure e chiusure verso ciò che non conosciamo già. È con vari linguaggi creativi e incontri, che traghetteremo la comunità costituita nell´azione di riempire e vuotare luoghi e momenti di nuovi significati, di relazioni imprevedibili, formative. Un investimento, perseguito con modalità inconsuete, sul futuro, verso l´altro. Un esercizio festoso attorno alla responsabilità intesa come territorio personale da esplorare doverosamente.Si considera capace di avviare una riscoperta della contemporaneità o divenirne manifestazione stessa, anche il possibile riaffiorare di una emotività ricca di risonanze arcaiche, non presente alla memoria comune, assopita in genere. Tra gli strumenti adottati, vi è anche l´impiego delle tecnologie attuali applicate ad alcuni linguaggi artistici.

Nella notte finale, il paese riceve l´evento e, spente le luci artificiali che illuminano l´intero centro storico, gli intenti sono perseguiti indagando e valorizzando sia presenze naturali (volta celeste, atmosfere, ecc..), sia esperienze culturali. Queste ultime vanno intese in una accezione molto amplia come patrimonio storico, sociale, architettonico locale che certo si amalgama a specifiche proposte artistiche riferibili ai molteplici linguaggi contemporanei.

Evitando di rivolgerci a pubblici elitari, ristretti o specialistici come pure ad una massa informe, si abbraccia un concetto di festa , che vuole scavalcare e al contempo riconoscere età e gusti particolari dei possibili utenti e che sfacciatamente invita a esplorare, vivere e costruire i sensi della collettività in risposta ai numerosi rischi di impoverimento di qualità ambientale, urbana, di identità e alle sempre più raggelanti paure che inducono alla chiusura e alla sfiducia verso il futuro. Così, nella notte finale, il sentire individuale di ciascun ospite, patrimonio irrinunciabile, sarà sollecitato dal buio che può nascondere, rivelare, spaventare, evocare, sospendere, unire e far sedimentare nuovi valori.

Alla base del complesso progetto culturale, che si estende per circa otto mesi ed esplode nel giorno finale di agosto con la notte evento, vi sono motivazioni profonde, domande aperte e radicali, che guidano la volontà di intendere o interpretare questo nostro tempo. Cosa, chi, sancisce l´esistenza di una comunità? Quante comunità abitano un territorio? Come si riconoscono all´esterno ma anche al loro interno? Che ruolo assumono la memoria e la consapevolezza in riferimento a dinamiche sociali molto articolate e imprevedibili come quelle attuali? Condividere e fruire una stessa esperienza, aiuta a sostanziare una comunità? Poiché le integrazioni, l´apertura, la partecipazione e il dialogo, si realizzano a partire dal passaggio minimo tra persona e persona (per Agamben il volto dell´uomo è davvero il "solo luogo della comunità, l´unica città possibile" ), la dimensione del piccolo centro, si presta come terreno privilegiato di indagine per continuare a sperimentare una dimensione umana diretta, di coesione e scambio intimo, di immissione e assunzione di nuovi contenuti.

Nottenera è una via esperienziale, ancorata alla quotidianità, diffusa ben oltre il tempo di un solo evento, promuove e persegue un lavoro durante tutto l´anno con laboratori e incontri, ospiti e professionisti esterni, associazioni locali. Convinti che molti possano essere gli spazi interstiziali di libertà e confronto reale disciolti nelle pratiche giornaliere: suggestioni, meraviglie, seduzioni, ci aiutano a vivere meglio, abbattono un sentire abitudinario, ci interrogano su un senso di appartenenza anche effimera ad un luogo, ad una comunità o ad un momento irripetibile.

Sabrina Maggiori