Laboratorio di costruzione di una camera obscura portatile e realizzazione di disegni per proiezione con lanterna magica.

Come nella grande foresta la luce è fitta e tremante, non è né giorno né notte. Le immagini che incontriamo in lenta formazione restituiscono, con estetica precisione, un mondo capovolto. Per riuscire a vedere dobbiamo ragionare a rovescio?

Indagini sul precinema, come è nato il cinema e la fotografia?

La camera oscura, anche detta camera ottica o fotocamera stenopeica, è un dispositivo ottico composto da una scatola oscurata con un foro stenopeico sul fronte e un piano di proiezione dell’immagine sul retro.

La lanterna magica è uno strumento di proiezione di immagini dipinte su vetro (oggi può essere sostituito da dei fogli di acetato trasparente) su una parete in una stanza buia, tramite una scatola chiusa contenente una fonte luminosa, la cui luce è filtrata da un foro sul quale è applicata una lente. È un dispositivo del precinema che ha dato il via allo studio sulla proiezione fino ad arrivare alla proiezione cinematografica del movimento. Il procedimento è del tutto analogo e si può ricondurre al proiettore per diapositive.

Passeggiata nel centro storico di Serra de’ Conti alla scoperta delle opere contemporanee presenti. La visita attraverserà le vie del paese incontrando gli artisti Manuela Santini, Leonardo Cemak, Mirko Basaldella, HOPNN (Yuri Romagnoli), Elena Hamerski, Bruno D'Arcevia, Simone Carraro + Dionisio Nardini - special guest dal 1500!

Le opere d’arte contemporanee, che Serra de’ Conti ospita all’interno delle sue vestigia architettoniche, concorrono a tratteggiare attivamente il volto urbano/umano della cittadina. I manufatti artistici sono una parte integrante della comunità e vivono nei luoghi di maggior investimento affettivo per i cittadini. Incastonati nell’antico borgo medievale, i linguaggi visivi contemporanei sono in continuo dialogo con gli spazi e con le persone che li ospitano. L’art tour experience è un’immersione nel tessuto urbano di Serra de’ Conti per fruire delle opere d’arte della collezione permanente e di quelle allestite in occasione di NottenerAnima ì21. L’esperienza è proposta da un’artista visuale marchigiana che oltre a vivere il territorio come luogo di abitazione lo vive come laboratorio artistico e come comunità artistica. Il pubblico dell’art tour sarà guidato nella comprensione delle opere e degli artisti attraverso lo sguardo personale dell’artista-guida e la sua peculiare percettibilità. Più che un semplice trasferimento di nozioni questa visita vuole essere un gioco di immedesimazione per assaporare il punto di vista dell’autore delle opere d’arte e dei cittadini di Serra de’ Conti. Lo scopo dell’art tour experience è quello di creare prossimità tra artisti, visitatori e abitanti attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea.

«Io amavo/odiavo i romanzi della serie “I piccoli brividi”. Quando li leggevo da piccolo facevo fatica ad addormentarmi e se dormivo facevo un sacco di incubi. Mi sentivo pesante come un sasso e mi sentivo velenoso come un pesce palla...». Marco Capellacci, illustratore e animatore, collabora per il magazine “Le Bateau” e la casa editrice Les Crocs Électriques. Presenterà l'albo illustrato “Metterò la zizzania nelle vostre case” assieme a Paola Bristot, curatrice del libro, presidente dell’Associazione Viva Comix dal 1998, e direttrice artistica dal 2007 del friulano Piccolo Festival Animazione.

«L’immaginario di Marco Capellacci ha qualcosa di atavico, lo stesso che trapela dalla cultura popolare degli ex-voto, o delle tavolette delle arnie slovene, in cui i fili narrativi si perdono in miti di una cultura presente e passata ad un tempo. Sono le stesse radici che danno vigore e forza alle opere di autori che da esse spesso hanno tratto spunto come Dino Buzzati ne “I Miracoli della Val Morel”, o quelli de “Il libro dei sogni” di Federico Fellini che poi hanno preso altre direzioni nelle scene indimenticabili dei suoi film. Un passato presente che infatti non ha riferimenti o cliché, è autentico e originale, fuori dalle righe, ma dentro un discorso colto e ricco di riferimenti all’arte grafica francese, quella di Jean Cocteau, delle opere di Roland Topor, perciò anche irto di trabocchetti di risvolti semantici che subito inghiottono il lettore che incautamente gli si avvicina troppo». Introduzione di Paola Bristot.

Da autore ad autore: selezione di video di maestri animatori che hanno influenzato l’universo poetico di Roberto Catani e di opere di giovanissimi che desidera far conoscere.

‘Quella che vedremo non è altro che una selezione estrema di film che avrei voluto proporre. Una selezione in cui non sono presenti molti dei film che negli anni di scuola e durante tutto il mio percorso mi hanno fortemente condizionato e influenzato. Non ci sono i film di Luzzati e Giannini, né quelli di Yuri Norstein, artisti che hanno scritto la storia del cinema d’animazione e che mi hanno educato a questo incredibile linguaggio, trasformando un interesse in passione.

Ho scelto invece altri film, altrettanto belli e importanti, ma legati ad un periodo temporale contemporaneo al mio percorso. Film che più di altri sono vicini al mio immaginario, alla mia poetica e al mio modo di “vedere”.

Ho scelto quindi “Quasi niente” di Ursula Ferrara, disegnatrice fantastica, anarchica e geniale, che con i suoi meravigliosi piano sequenza ha illuminato me e una generazione di autori. I suoi film mi hanno fatto capire cosa stavo cercando e come avrei voluto raccontarlo.

C’è poi “La coda” di Gianluigi Toccafondo, compagno di scuola e carissimo amico, altrettanto geniale e formidabile disegnatore. E’ stato il primo tra noi “urbinati” di nuova generazione, a proporsi e proporre quello che avevamo costruito e condiviso fuori e dentro la scuola. La sua pittura animata mi ha dato coraggio, la sua capacità di dare forma al movimento e movimento alla forma, mi ha fatto capire come avrei voluto muovere i miei disegni.

Altra autrice fantastica che seguo da tempo è Regina Pessoa. Propongo qui il suo ultimo lavoro, “Uncle Thomas”, ma la sua filmografia è ricca di film bellissimi, realizzati con tecniche particolari e complesse. Le sue narrazioni sono visionarie ed intense, commoventi. Regina mi ha fatto capire il valore dell’equilibrio tra i disegni e il racconto che rappresentano.

Ci sono poi film recenti che pur non influenzando il mio lavoro hanno però appagato la mia continua ricerca di forme e linguaggi nuovi e sorprendenti, aggiungendo stimoli e nuove motivazioni al mio lavoro grafico. Uno degli artisti che in questi ultimissimi anni ho avuto la fortuna di conoscere è Boris Labbè e il suo film “La Chute”. Film ipnotico e suggestivo. Un loop di forme in movimento estraniante e coinvolgente. Una sperimentazione formale e tecnica che conduce dentro una esperienza visiva unica.

Ho deciso poi di inserire “Per una carezza”, film di un giovanissimo autore, Andrea Bonetti. Studente della sezione di disegno animato della scuola del Libro, non ho avuto il piacere di averlo come allievo, ma ho affrontato con Andrea alcune chiacchierate su questo suo ultimo lavoro durante la creazione dello stesso. Uno scambio di idee e un confronto che poco o nulla ha condizionato Andrea, ma che ci ha aiutato a riflettere sul valore del disegno e dell’animazione in rapporto ai contenuti che esprimono.

Altro film creato da giovanissime artiste del CSC di Torino è “En Rang Par Deux”. Ho voluto questo corto nella selezione per la sua forza espressiva. Un film che affronta e racconta il tentativo di integrazione di giovani immigrati nelle nostre città, e lo racconta con delicatezza e sincerità, utilizzando un linguaggio formale immediato e accattivante.

E infine c’è il film di Anna Mantzaris, lontano dal mio immaginario e dalle tecniche che frequento e seguo. Ma è un film che alleggerisce con la sua ironia un racconto per immagini, quello sopra descritto, più impegnativo e più intimo, più privato. Enough, questo è il titolo, non mi appartiene, ma la scena finale del corto, esprime un desiderio che più volte avrei voluto io stesso seguire, non nei miei film, ma nella vita.’

Programma della serata
Quasi niente di Ursula Ferrara, Italia, 1997, 2’24’’
La coda di Gianluigi Toccafondo, Italia, 1989, 1’51’’
Uncle Thomas di Regina Pessoa, Portogallo, Francia, Canada, 2019, 13’04’’
La Chute di Boris Labbè, Francia, 2018, 14’
Per una carezza di Andrea Bonetti, Italia, 2020, 13’38’’
En Rang Par Deux di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti, Viola Mancini, Italia 2020, 6’51’’

Cura è una mostra che raccoglie alcune delle ultime opere prodotte dall’artista romagnola Elena Hamerski nonché il frutto della sua residenza artistica a Serra de’ Conti nella quale ha studiato e interpretato un particolare aspetto della storia culturale e spirituale del paese.

La ricerca artistica di Hamerski si concentra da anni sull’interpretazione umana del mondo naturale, rivelando le ambiguità di significati che noi attribuiamo alle cose. Noi, così abili a creare stringenti categorie, discernendo rigidamente ciò che è buono da ciò che invece è nocivo, ciò che è eterno da ciò che deperisce.

Lungo la navata della Chiesa di San Michele, su una passerella bianca che conduce verso l’altare maggiore, sono adagiate quindici opere del ciclo Anime, iniziato nel 2019 e conclusosi con questa installazione. Per anni l’artista ha studiato e riprodotto essenze della flora del territorio italiano in lavori in cui il rigore della catalogazione scientifica si stemperava nel gesto grafico e nella materia pittorica. In Anime, invece, l’artista ha deciso di spostare il suo sguardo dal mondo che la circonda verso l’interno, prelevando elementi di un proprio paesaggio interiore al fine di formare un campionario intimo e misterioso. Le forme disposte lungo la navata, infatti, non sono riproduzioni di reali essenze arboree: ogni frammento di questo straniante catalogo botanico è realizzato attraverso la colorazione manuale di frammenti di carta con olio di lino e pigmento nero, poi tenuti insieme da una minuziosa cucitura. Sono brani di una natura recisa, sezionata per poter essere meglio vista, analizzata, eternata. A ognuno di essi è affidato un messaggio, intimo e personale che, come ogni lembo di interiorità, può farsi universale agli occhi di chi osserva.

Sul lato sinistro della navata, nello spazio lasciato vuoto da un perduto dipinto al di sopra dell’altare, è appesa un’opera inedita dell’artista: Proteggi. Nata contestualmente al lavoro per Anime, anch’essa ha le sembianze di uno strano essere vegetale: una grande alga le cui foglie scendono fluttuando verso terra e a cui l’artista ha affidato il compito di custodire e mostrare un semplice e ossessivo messaggio: “abbracciami”. Concepita come una sorta di mantello da indossare, Proteggi trova eco formale nell’affresco presente nell’altare gemello sulla destra. Lì, una tradizionale iconografia della Madonna della Misericordia, mostra una Maria intenta ad aprire il grande manto per raccogliere e proteggere sotto di esso il suo nutrito popolo di fedeli. Seppur iniziata precedentemente al primo lockdown, l’opera ha assunto nel tempo un valore inedito e inaspettato. Dopo mesi di distanziamento sociale e di timore della vicinanza, l’abbraccio diviene più di una semplice richiesta: è il ritorno all’aprirsi all’altro, è la soddisfazione di un bisogno a lungo disatteso, è cura e protezione per tante anime vulnerabili. Nella sua concitata richiesta, un altro messaggio è cucito dall’artista sul mantello un’unica volta: “non fermarti”.

Al di sotto del ciborio al termine della navata, un piccolo tavolo regge Cura, l’opera nata durante il periodo di residenza a Serra de’ Conti. Cura è un libro d’artista che il visitatore può sfogliare liberamente. Nelle sue pagine, alcune Anime, elementi fitomorfi immaginati e cuciti sulle pagine dall’artista, si contrappongono a disegni di oggetti provenienti dalla spezieria delle clarisse, vasellame e contenitori in vetro oggi conservati al Museo delle Arti Monastiche. L’ordinamento del monastero di Santa Maria Maddalena prevedeva infatti che tra i vari Offici, le monache fossero impegnate a creare ricette erboristiche e composti medicamentosi, utilizzando spezie ed erbe officinali, che la tradizione orale vuole diffusi anche in paese, al di là delle spesse mura della clausura. Sfogliando le pagine del libro, la ripetizione delle affermazioni “sono buona” e “sono cattiva” diviene il nodo concettuale che tiene a sé i suoi vari elementi: giocando ancora una volta con le ambiguità generate dalla nostra indole classificatoria, a noi l’artista lascia una suggestione e libero campo interpretativo. Sono io, donna e artista, buona o cattiva? Sono io, erba benefica o erbaccia? Sono io, medicina salvifica o veleno? Sono io, gusto amabile o smorfia di disgusto?

Cura è il cuore di questa mostra che trae elementi dal passato, recente e remoto, per guardare al futuro con fiducia.

“Cura” è un sostantivo, indica un rimedio.

“Cura” è anche un verbo all’imperativo, esorta a praticare speranza.

Nei suoi giorni di residenza a Serra de’ Conti, l’illustratrice Manuela Santini ha realizzato negli spazi dell’ex Bar Centrale, cuore del piccolo borgo, un atelier aperto in cui i passanti incuriositi potevano fermarsi a interagire con lei durante il lavoro. In questo breve periodo di creazione e di scambi con la comunità è nata Grande Ala, una megattera di circa quattro metri, dimensione naturale di un cucciolo della specie.

La megattera è un enorme mammifero marino, il cui nome - dal greco méga pterón, appunto “Grande Ala” - sottolinea la particolare conformazione delle pinne pettorali, così grandi da sembrare ali. Nell’arte di Santini, la megattera assume il ruolo di animale guida: è una presenza pacifica e benefica che, come un totem, protegge e identifica una comunità.  

Un ruolo che non è stato affidato per caso ad un esemplare di questa specie. Recentemente, infatti, alcuni biologi marini hanno messo in luce l’importanza di questi grandi animali nella salvaguardia ambientale del nostro pianeta: con il loro semplice vivere le megattere combattono naturalmente il riscaldamento globale. Viaggiando per tutto il globo ed emergendo per respirare, dal fondale alla superficie dell’acqua, questi mammiferi oceanici lasciano scie minerali che forniscono le condizioni ideali per lo sviluppo del fitoplancton, microrganismi che da soli generano circa la metà dell’ossigeno presente sulla Terra e catturano circa il 40% di tutta l’anidrite carbonica prodotta sul pianeta. Inoltre, durante la sua lunga vita un grande cetaceo accumula sul proprio corpo una media di 33 tonnellate di CO2 che finisce poi, morendo, intrappolata per anni negli abissi.

In un mondo plasmato dagli esseri umani, dove tradizionalmente la nostra specie ha nettamente diviso ciò che è “culturale” – e perciò umano - da ciò che è “naturale"– e quindi da addomesticare e sfruttare, la megattera è una specie che sembra rompere questo facile e arrogante schematismo. Le megattere infatti possiedono una vera e propria cultura sociale che le fa sembrare ai nostri occhi così vicine a noi e a quanto di meglio siamo come specie. Esse hanno comportamenti molto simili a quelli dell’uomo: creano legami duraturi nel tempo; collaborano e sanno fare gioco di squadra quando la necessità lo richiede; producono suoni che come delle canzoni vengono ascoltati e ripetuti da esemplari sparsi in tutto il mondo, spesso con qualche elemento di originalità; hanno uno spiccato e misterioso codice comunicativo, fatto di suoni e di gesti; investono molte delle loro risorse vitali nella formazione dei giovani dalla specie.

Grande Ala, approdata a Serra de’ Conti, sembra riposarsi dopo un lungo ed estenuante viaggio attraverso i mari e gli oceani della Terra con lo scopo di donare ossigeno al mondo e di raccontare, con la sua voce, storie a tutti coloro che si imbattono sulla sua rotta. Nell’audio diffuso nell’ambiente, oltre ai canti affascinanti e misteriosi delle megattere, viene trasmesso un breve racconto scritto e recitato dalla stessa artista: un testo fiabesco che ha il sapore della rivelazione fortuita dovuta all’incontro non programmato con una storia che attendeva solo di essere ascoltata, generando stupore.

In questo tempo di isolamento, senza viaggi e “senza respiro”, l’ossigeno di Grande Ala è un dono insperato, un gesto di gentilezza e comunione, una preghiera d’amore per la vita, per questo mondo che resiste e si rigenera, nonostante tutto.

Per questa prima edizione di NottenerAnima Junior che nasce dalla straordinaria esperienza NotteNera Junior dello scorso anno, prendiamo ispirazione dalle opere della grande maestra dell'animazione in plastilina Fusako Yusaki, madrina della serata che i più grandi ricorderanno sin dai suoi bellissimi spot per i Carosello della RAI degli anni ’70. L’artista giapponese, infatti, con la straordinaria cura che la contraddistingue, nel tempo ci ha mostrato quanto il cinema di animazione possa essere versatile e ricco nelle scelte tecnico-narrative. E proprio a partire dai suoi personaggi in plastilina Naccio e Pom e mutevoli forme della Natura, la selezione di cortometraggi qui presentata vuole essere un breve ma vivace viaggio nella varietà dei diversi materiali e tecniche utilizzate, meravigliando i piccoli spettatori abituati sempre più alla computer animation.

Vecchie e nuove generazioni si incontreranno tra pupazzi animati, cartoncini, disegno, lana, bottoni, bizzarri oggetti e esseri umani in carne e ossa, toccando diversi paesi dalla Russia alla Francia, fino ad arrivare in Argentina.

Tra i partner di spicco che ci hanno accordato i loro film, ricordiamo i tre studi di animazione russi Soyuzmultfilm, nato nel 1936 e celebre per aver prodotto le opere di grandi autori riconosciuti a livello internazionale, Scuola Studio Šar e Studio Pilot. Un ringraziamento speciale va, inoltre, alla distribuzione francese Folimage e a tutti gli autori che ci hanno concesso i loro lavori.

Buona visione!

I curatori Eugenia Gaglianone e Roberto Paganelli di Associazione OTTOmani

Programma della serata
Naccio e Pomm - Il parrucchiere di Fusako Yusaki (dalla serie TV realizzata in Italia dal 2000 al 2007, 4:03)
Stagioni senza parole di Fusako Yusaki (Italia 1991, 3:35)
Dall’altro lato / Drugaja storona di Michail Aldašin (Russia 1993, Studio Pilot, 8:09)
L’aquilone / The Kite di Martin Smatana (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia 2019 BFILM.cz, 13:00)
Attenzione, le porte stanno per aprirsi / Ostorožno, dveri otkryvajutsja di Anastasia Žuravleva (Russia 2005, Scuola Studio Šar, 5:04)
Il piccolo guanto / Varežka di Roman Kaanov (URSS 1967, Sojuzmul’tfil’m, 10:00)
La volpe minuscola / Le Renard minuscule di Aline Quertain, Sylwia Szkilads (Francia 2016, Folimage, 8:00)
La bicicletta dell’elefante / Le velo de l’éléphant di Olesja Ščukina (Francia 2014, Folimage, 9:00)
La zanzara pizzico / Die Mücke di Maria Steinmetz (Germania 2017, 7:15)
Luminaris di Juan Pablo Zaramella (Argentina 2011, JPZStudio, 6:17)

Durante il festival, presso lo spazio ex Frantoio, si tiene un workshop dedicato al linguaggio del Videomapping, che si propone un doppio binario di apprendimento: da un lato le nozionitecniche legate al mondo della luce, delle video proiezioni e delle tecnologie ad esse collegate,dall'altro un processo formativo che porta a scoprire ed elaborare il contesto in cui si opera(museo o spazio urbano che sia) per re- inventarlo e ri-presentarlo alla comunità sotto unanuova luce.

Tra gli argomenti trattati l’analisi contesto ed ideazione dei contenuti, il rilievo della facciata, la ricostruzione della facciata in ambiente 3d (Cinema 4d), la produzione dei contenuti (Cinema 4d/A fer E fects), gli elementi di interazione live, il mapping (Mad Mapper/Resolume), il sistema di regia dal vivo dei contenuti prodotti (VDMX/Resolume).L'esito del workshop diventa la proiezione di video animati, prodotti durante il mese di luglioda Muta Animation che incontra il visual di questa prima edizione di NottenerAnima, un insieme di materiali grafici provenienti da diverse realtà combinati insieme in un turbinio di colore che andrà ad animare il cuore del paese, il Chiostro San Francesco.

Astratto è un progetto finanziato dalla regione Marche

Una serata di incontro con due esperienze di produzione e diffusione del cinema di animazione in Italia attraverso la lente di ingrandimento offerta dalla presentazione del DVD “Animazioni 6” e dal Piccolo Festival dell'Animazione.

L'antologia di corti animati “Animazioni” è ritornata! Dopo il successo delle prime cinque edizioni ecco che il sesto DVD si presenta finalmente al pubblico con la nuova selezione di film animati italiani: una panoramica curiosa e senza preconcetti sul mondo della produzione contemporanea di cinema animato d'autore in Italia realizzata in un nuovo formato di libro-DVD.

Dopo la presentazione ufficiale del progetto “Animazioni 6 + Re-Cycling” all'interno del programma della 17a edizione di Anilogue International Animation Festival di Budapest (Ungheria), la pubblicazione del libro-DVD si è finalmente compiuta nel Maggio 2020. Dopo alcune occasioni online durante la lunga clausura pandemica, la presentazione “fisica” del libro-DVD di fronte ad un pubblico con la proiezione di alcuni dei film sta trovando la propria occasione proprio grazie al Festival NotteNera 2021.

Il Piccolo Festival dell'Animazione presenta da 13 anni una rassegna di cortometraggi internazionali legati in particolare alle produzioni dell'Europa centro orientale e valorizzando il proprio storico gemellaggio con il Festival Animateka di Ljubljana (Slovenia) con quale condivide la Entry Call.

Sfruttando le distanze relativamente brevi della Regione Friuli Venezia Giulia, il Festival ha storicamente creato un circuito di proiezioni in diversi centri: Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, San Vito al Tagliamento, Dobbia, Muggia, unendo così l'offerta di incontri di cultura cinematografica all'occasione di una visita turistica sul territorio regionale.

Nel Novembre 2021 Piccolo Festival dell'Animazione terrà la sua 14^ edizione con la novità “epocale” della scelta di un baricentro delle attività proprie festivaliere individuando in San Vito al Tagliamento il proprio “campo base” senza per questo rinunciare al carattere di diffusione sul territorio degli eventi in programma.

L'incontro di presentazione del DVD “Animazioni 6” e del Piccolo Festival dell'Animazione verrà condotto da Paola Bristot Direttrice di PFA e Roberto Paganelli di Associazione OTTOmani

Programma della serata
Trovare Una Via / Finding A Way di Gianpaolo Di Costanzo, Italy, 2020, 1’59’’
Uzi / Ties di Dina Velikovskaya, (Studio Ptchela, Moscow, smp - Florian Grolig, CinneLitte Productions), Germania, Russia, 2019, 7’38’’
Trkija / Elusiveness di Marija Vulić, (Jafilm Jagodina), Serbia, 2020, 7’06’’
Concatenation di Donato Sansone, (Autour de Minuit), Francia/Italia, 2020, 1’01’’

Mercurio di Michele Bernardi, Studio Grafus, Italia, 2018, 9’48’’
Per tutta la vita di Roberto Catani, Whitstand Films/Miyu Animation, Italia/Francia, 2018, 5’20’’
Le nozze di Pollicino di Beatrice Pucci, Italia, 2018, 6’06’’
Lo spirito della notte di Manfredo Manfredi, Italia, 2018, 11’42’’
La nostra storia di Lorenzo Latrofa, La Sarraz Pictures, Italia, 2018, 4’30’’

La conversazione è il cuore di questa tre giorni dedicata oltre alle arti visive, al cinema d’animazione, linguaggio contemporaneo molto diffuso in ambito internazionale e ancora poco noto in Italia. La regione Marche, tra l’altro, grazie alla scuola del libro di Urbino che si attiva a partire dagli anni ’50, ha fortemente contribuito alla formazione di generazioni di grandi autori che si sono fatti conoscere, amare e premiare a livello mondiale grazie ad un segno poetico e ad un immaginario molto forti.

L’incontro nasce dunque dal desiderio di fornire strumenti per avvicinarsi al mondo del cinema d’animazione. Come si possono incontrare le ricerche, le poetiche, le vite degli autori noti ed emergenti? Nel panorama internazionale la cosiddetta scuola marchigiana ha un ruolo di primo piano, come conoscerla? A chi possono rivolgersi i giovani interessati a questo linguaggio, che vogliono intraprendere un percorso formativo in Italia?

Risponderanno a queste domande l’associazione culturale ALMA nelle persone di Sandro Pascucci, Presidente, e Magda Guidi, portatori dell’esperienza editoriale Solstizi, Paola Bristot e Roberto Paganelli, curatori dell’antologia-dvd Animazioni 6, il giovane collettivo MUTA Animation formatosi al CSC Torino (Corso di cinema d'animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia in Piemonte), che vede tra i componenti anche la giovane animatrice di Serra de’ Conti Viola Mancini, e Roberto Catani, animatore ed ex docente della Scuola del Libro di Urbino, moderati da Claudia Gentili (Associazione Tivittori).

Nottenera fin dalla sua nascita, quindici anni fa, ha inteso far conoscere e promuovere sia il linguaggio animato che la straordinaria scuola marchigiana d’animazione, proponendo specifiche serate a Serra de’ Conti ma anche in tutto il territorio regionale, curate da esperti assieme ad incontri e workshop con autori. Abbiamo così presentato il lavoro di autori marchigiani come Roberto Catani, Beatrice Pucci, Simone Massi, Magda Guidi, Mara Cerri, Blu, Gianluigi Toccafondo e tanti altri, all’interno di rassegne più ampie dedicate al cinema d’animazione nazionale e internazionale in collaborazione con OTTOmani e invitando tra gli altri Maria Steinmetz, Michele Bernardi, Andrea Martignoni.

Il locale del dismesso Bar Centrale di Serra de’ Conti ospita l’installazione ambientale Thesaurus Officinalis Spontaneum ideata dall’artista veneto Simone Carraro e realizzata con la Novissima Compagnia del Buratto, progetto parallelo nato dal sodalizio con la costumista Ornella Cardillo.

La cultura popolare e il rapporto tra l’uomo e la sfera naturale confluiscono nell’enorme bacino di interessi e riferimenti, contenutistici e formali, da cui Carraro attinge a piene mani per la sua ricerca artistica finalizzata alla creazione di un immaginario, allegorico e visionario, estremamente personale.

È infatti una grande allegoria visiva quella che l’artista ha deciso di creare nei suoi giorni di residenza a Serra de’ Conti. Omaggiando la figura di Padre Orsi (o Padronsi, come viene popolarmente chiamato dai serrani), frate francescano disobbediente e anticonformista vissuto in paese tra Sette e Ottocento, l’artista non solo ha voluto rapportarsi a una delle figure più amate della storia cittadina ma ha anche cercato di avviare un dialogo con il pubblico incentrato sulla nostra relazione con l’ambiente e su come essa sia stata condizionata nei secoli dalla voglia tutta umana di conoscerlo, comprenderlo, domarlo e infine possederlo. Padre Orsi è stato quello che potremmo definire oggi un ambientalista ante litteram: un uomo di certo stravagante, mosso da una vivace curiosità che lo portò a sperimentare innovative tecniche di coltura e a esprimersi in maniera polemica e decisa contro il disboscamento delle nostre colline per favorire monocolture e lo sfruttamento intensivo del terreno. Erano gli albori del secolo XIX e l’uomo stava solo iniziando a depauperare e violentare il pianeta.

Carraro immagina Padronsi come un grande spaventapasseri, ben piantato sulla sua terra e pronto a proteggere quanto coltivato. Vestito di tutto punto, con una giacca che contiene ogni oggetto utile alle sue sperimentazioni naturalistiche e con un buffo berretto da apicoltore in testa, egli svetta alto sopra le arnie delle sue amate api, di cui studiava assiduamente metodi innovativi di allevamento, senza distruggerne gli alveari e senza ucciderle durante il prelievo del miele e della cera come era consuetudine fare. Nel taschino della sua giacca sbuca una copia del libretto in cui il frate appunta le sue osservazioni e tutte le conoscenze, ora ignorate o perdute, tipiche di un uomo in simbiosi con il mondo naturale: Thesaurus Officinalis Spontaneum, una piccola enciclopedia del sapere contadino di cui Carraro ci mostra alcune pagine disposte all’interno delle arnie. Nelle cinque tavole dipinte c’è un abecedario di erbe che curano ogni dolore, c’è un piccolo catalogo di utili e un po’ ripugnanti animali selvatici nonché una bizzarra rèclame di utensili accantonati con l’arrivo della plastica. I riferimenti ai codici medievali, ai bestiari e ai libri botanici, danno vita a illustrazioni dai toni grotteschi e un po’ fiabeschi, che ricreano e ci immergono in un mondo stravagante, reale e vagheggiato, agognato e un po’ rimpianto.

Allo stesso tempo, come un Cristo appeso alla sua croce, Padronsi è il fantoccio di un uomo che per la sua diversità è stato isolato e schernito, generando, solo a causa del suo pensiero non allineato, paura e soggezione. È la diversità che si fa al contempo sentiero da battere e croce da portare faticosamente sulle spalle per tutta una vita. Dopo anni di soprusi, dispetti e infamie, di alveari distrutti e di divieti a praticare i suoi amati lavori agricoli, Padre Orsi fu rinchiuso dai suoi superiori in una piccola cella e nel tentativo di fuggire dando fuoco alla porta con delle braci date per riscaldarsi, egli muore tra le fiamme che in poco tempo divampano nella stanza.

La tradizione popolare vuole che lo spirito di Padronsi si aggiri ancora nell’edificio del vecchio monastero di San Francesco, arrecando spavento a chi lo abita. Ce lo immaginiamo nei secoli a gridare parole di ammonimento per la strada che abbiamo preso, nel disperato tentativo di distoglierci da quanto facciamo, di farsi comprendere con parole e gesti che noi ancora non comprendiamo, impegnati come siamo a muoverci in un mondo che ha assunto il volto folle di chi lo ha violentemente plasmato.

Grazie alla collaborazione tra Simone Carraro e Strane Dizioni, casa editrice e stamperia indipendente specializzata in libri serigrafati e rilegati a mano, Thesaurus Officinalis Spontaneum è divenuta una serie di serigrafie stampate su carta e su stoffa incerata, acquistabili durante il Festival.