Il progetto NotteNera

Nella notte del 21 agosto, le luci urbane si spengono e un intero paese accende la sua “NOTTENERA” di performance, “azioni tenere”, teatro di ricerca, teatro di strada, installazioni, circo, cinema di animazione, suoni, arti visive, concerti, laboratori. Per tutta una notte, illuminato solo da led ecologici e candele o fiaccole fin dal tramonto, il centro storico di Serra de' Conti (Marche – AN) accoglie il vagabondaggio di un pubblico che sceglie il proprio percorso di scoperta, guidato da poche indicazioni e dalla curiosità. Scoperta di un paese, di un territorio, di forme d'arte e di artisti. Le suggestioni sono molteplici e potenzialmente infinite. Il tema scelto quest'anno come fil rouge della IV edizione di “Nottenera” è quello del Viaggio, motivo ispiratore per i lavori site specific degli oltre 60 artisti chiamati a dar vita alla festa del 21 agosto e delle iniziative pubbliche che alimentano il percorso di elaborazione nei mesi precedenti. Questa edizione festeggia anche la nascita della pratica creativa quotidiana “Tu – Tenerezze Urbane” e ne ospita la prima azione: Messaggi in bottiglia.

 

“Nottenera” è infatti articolato per progetti, cicli di laboratori e residenze a partire da gennaio e culmina ogni anno in una grande festa finale, fatta di spettacoli ed eventi di varia natura concentrati tra gli spazi cittadini pubblici e privati del bellissimo borgo di Serra de' Conti. Il progetto e la direzione artistica sono a cura di Paula Carbini e Sabrina Maggiori.

 

“Nottenera” è realizzato dall'associazione TiVittori, con la collaborazione del Comune di Serra de’ Conti, Pro Loco di Serra de’ Conti e il sostegno di Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona (progetto CoHabitat 2010) e associazione Viva (Macerata).

 

 

Manifesto Poetico

Il buio opera uno spaesamento, impone una diversa continuità percettiva, libera la visione dai princìpi ordinati e dalle regole che stabiliscono le coordinate spaziotemporali. Nel presente, dentro il momento, l’occhio perde la sua centralità mentre si potenzia il dialogo con gli altri sensi e il ritorno ad un dominio fisico si prospetta come esperienza fondante di autorappresentazione.  E’ così che si dischiude una declinazione possibile di comunità che si sostanzia attraverso un lavoro mirato sul territorio, che può finalmente vibrare e riproporsi attraverso un filtro visionario, sospensivo, vertiginoso, ludico.

 

La liquidità teorizzata da Bauman è sostanza del progetto culturale Nottenera che si evolve durante tutto l’anno attorno a scambi, sovrapposizioni, occasioni e crescite. A pensar bene, dinamiche di sfida delle abitudini mentali di ciascuno, proposte di superamento di paure e chiusure verso ciò che non conosciamo già. E’ con vari linguaggi creativi e incontri, che traghetteremo la comunità costituita nell’azione di riempire e vuotare luoghi e momenti di nuovi significati, di relazioni imprevedibili, formative. Un investimento, perseguito con modalità inconsuete, sul futuro, verso l’altro. Un esercizio festoso attorno alla responsabilità intesa come territorio personale da esplorare doverosamente.Si considera capace di avviare una riscoperta della contemporaneità o divenirne manifestazione stessa, anche il possibile riaffiorare di una emotività ricca di risonanze arcaiche, non presente alla memoria comune, assopita in genere. Tra gli strumenti adottati, vi è anche l’impiego delle tecnologie attuali applicate ad alcuni linguaggi artistici.

 

Nella notte finale, il paese riceve l’evento e, spente le luci artificiali che illuminano l’intero centro storico, gli intenti sono perseguiti indagando e valorizzando sia presenze naturali (volta celeste, atmosfere, ecc..), sia esperienze culturali. Queste ultime vanno intese in una accezione molto amplia come patrimonio storico, sociale, architettonico locale che certo si amalgama a specifiche proposte artistiche riferibili ai molteplici linguaggi contemporanei.

 

Evitando di rivolgerci a pubblici elitari, ristretti o specialistici come pure ad una massa informe, si abbraccia un concetto di festa , che vuole scavalcare e al contempo riconoscere età e gusti particolari dei possibili utenti e che sfacciatamente invita a esplorare, vivere e costruire i sensi della collettività in risposta ai numerosi rischi di impoverimento di qualità ambientale, urbana, di identità e alle sempre più raggelanti paure che inducono alla chiusura e alla sfiducia verso il futuro. Così, nella notte finale, il sentire individuale di ciascun ospite, patrimonio irrinunciabile, sarà sollecitato dal buio che può nascondere, rivelare, spaventare, evocare, sospendere, unire e far sedimentare nuovi valori. 

 

Alla base del complesso progetto culturale, che si estende per circa otto mesi ed esplode nel giorno finale di agosto con la notte evento, vi sono motivazioni profonde, domande aperte e radicali, che guidano la volontà di intendere o interpretare questo nostro tempo.  Cosa, chi, sancisce l’esistenza di una comunità? Quante comunità abitano un territorio? Come si riconoscono all’esterno ma anche al loro interno? Che ruolo assumono la memoria e la consapevolezza in riferimento a dinamiche sociali molto articolate e imprevedibili come quelle attuali?  Condividere e fruire una stessa esperienza, aiuta a sostanziare una comunità? Poiché le integrazioni, l’apertura, la partecipazione e il dialogo, si realizzano a partire dal passaggio minimo tra persona e persona (per Agamben il volto dell’uomo è davvero il “solo luogo della comunità, l’unica città possibile” ), la dimensione del piccolo centro, si presta come terreno privilegiato di indagine per continuare a sperimentare una dimensione umana diretta, di coesione e scambio intimo, di immissione e assunzione di nuovi contenuti.

 

Nottenera è una via esperienziale, ancorata alla quotidianità, diffusa ben oltre il tempo di un solo evento, promuove e persegue un lavoro durante tutto l’anno con laboratori e incontri, ospiti e professionisti esterni, associazioni locali. Convinti che molti possano essere gli spazi interstiziali di libertà e confronto reale disciolti nelle pratiche giornaliere: suggestioni, meraviglie, seduzioni, ci aiutano a vivere meglio, abbattono un sentire abitudinario, ci interrogano su un senso di appartenenza anche effimera ad un luogo, ad una comunità o ad un momento irripetibile.

 

Sabrina Maggiori