Serra de' Conti

 

COME ARRIVARE

Da NORD Autostrada A14, uscita Senigallia, proseguire direzione Serra de’ Conti.

Da SUD Autostrada A14, uscita Ancona Nord, prendere la SS76 direzione Roma, uscita Castelbellino, proseguire per Montecarotto e poi per Serra de’ Conti.

Da ROMA Dalla SS 3 Flaminia seguire le indicazioni per Fabriano, percorrere la superstrada in direzione Ancona, uscita Moie e proseguire per Montecarotto e Serra de’ Conti.

COORDINATE SATELLITARI
43° 32’ 60” N
13° 01’ 60” E

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AREA CAMPER
OSPITALITÀ E STRUTTURE RICETTIVE

 

Comune di Serra de' Conti
Via Marconi, n.6
60030 Serra de' Conti
Tel. 0731.871711
Fax. 0731.879290
www.comune.serradeconti.an.it

L'arte del Feng Shui consiglia di dormire con il capo rivolto verso Nord. Immaginiamoci dunque, che, da svegli, la si debba rivolgere verso Sud. A Serra de' Conti ci verrà naturale: le mura, quasi completamente intatte, si distribuiscono secondo la tipica forma a fuso allungato, su una direttrice di espansione che va proprio da Nord a Sud. Così, dopo un giro per il centro duecentesco e un gustoso piatto della cicerchia locale, il naturale declivio ci condurrà spontaneamente verso Sud, all'esplorazione della valle dell'Esino!

MUSEO DELLE ARTI MONASTICHE "LE STANZE DEL TEMPO SOSPESO"
Ora et labora. Ma in religioso silenzio. Talmente in silenzio che solo lo scampanellio della campana risuonava tra le mura del Monastero di S. Maria Maddalena. Lo sapete che le diverse combinazioni di tocchi e scampanellate componevano le chiamate di ogni suora e costituivano un mezzo di comunicazione all'interno del monastero? Volete provare anche voi a comporre il vostro personalissimo segnale audio con la stessa campana? Potete toccarla! Qui, al Museo delle arti Monastiche, tutto quello che è stato rinvenuto nell'adiacente Monastero è a portata delle vostre mani. Un percorso interattivo meraviglioso tra telai, statue in ceroplastica e l'antica arte dei fiori di seta vi riporterà indietro nel tempo, in un tempo sospeso. Sarà un tempo ben speso nelle stanze del tempo sospeso!

MONASTERO DI S. MARIA MADDALENA
Che storia quella del Monastero di S. Maria Maddalena e delle sue clarisse… Nonostante le distruzioni, le vendite e le alienazioni, le clarisse seppero salvaguardare le suppellettili, gli arredi e gli strumenti di lavoro. Grazie alla loro acuta lungimiranza, oggi, il Museo delle arti Monastiche è ricco di tesori. Non solo le clarisse, ma tutta la Città è consapevole del valore storico-religioso del Monastero, oggi come allora. Ecco una storia emozionante: con l'inizio della Prima Guerra Mondiale, il vescovo di Senigallia ordinò alle clarisse il trasferimento ad Arcevia. Tutto il paese insorse. Ve la figurate una sassaiola rivolta contro le carrozze venute a prelevare le monache? Ebbene, con l'aiuto di tutti gli abitanti, le clarisse riuscirono a non abbandonare il monastero. L'amore di Serra de' Conti per il proprio Monastero è vivo ancora oggi, e lo si percepisce anche solo passeggiando per i vicoli...

CHIOSTRO DI S. FRANCESCO
Che ci sia la pioggia o ci sia troppo sole, dopo tutto questo girovagare per i vicoli di Serra de' Conti, fermatevi un attimo a riposare sotto le logge del Chiostro di S. Francesco. Approfittate di questa pausa per godere della pace che si respira in questo angolo del paese. Alzate gli occhi per cercare, nel pennacchio del terzo arco, un frammento di affresco. Vedrete il tetto di una capanna: parte di una Natività che decorava, forse, un altare. Un'iscrizione permette di identificarne l'artista: Dionisio Nardini. Negli ambienti ricavati dalla ristrutturazione ottocentesca ed in quelli del vicino Palazzo Palazzi (sec. XVIII), ora, invece, hanno sede gli uffici comunali.

SALA CONSILIARE
Ne siamo tutti convinti: niente espresse al meglio la Bellezza quanto il Rinascimento italiano. Convinti ne erano soprattutto i Revivalisti, che ne hanno voluto recuperare la tradizione pittorica, attraverso un manierismo di cui Bruno d'Arcevia è il più grande interprete. Di tutta questa Bellezza, anche qui a Serra, potete goderne, nella Sala Consiliare. L'artista ha, infatti, raccontato il piccolo borgo attraverso una sua monumentale allegoria: le attività artigianali e d'impresa, le attività agricole, il "Buongoverno” e lo sviluppo sostenibile. Sullo sfondo degli affreschi: il monastero di Santa Maria Maddalena, l'antica fornace Hoffmann, la chiesa di San Fortunato, l'inizio di Corso Roma. Non perdetevelo!

CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA
Avete passeggiato per tutto il borgo e respirato l'aria antica e mistica del museo e del monastero, ma ancora non vi siete persuasi dell'influenza delle clarisse sulla vita culturale del paese. Date un'occhiata alla Chiesa di Santa Maria Maddalena, allora. Quello che vedrete, entrando, è una successione ritmica di pareti ondulate concave e convesse. Una pianta ellissoidale, simile a quelle ideate e costruite dal grande artista barocco Borromini. Pochissime chiese, nelle Marche, si fondano su pianta ellissoidale. Questo privilegio, a Serra de' Conti, - pensate! - lo si deve proprio all'amicizia che legava il monastero di Santa Maria Maddalena ai Filippini di Roma, mecenati del Borromini.

LA CERQUA GROSSA
Sarà perché non è educato chiedere l'età di una signora, ma la Forestale non intende infilare il suo crudele succhiello nel corpo della quercia solo per calcolarne gli anni esatti. Larga 5 metri, alta 22, sola, in posizione scenografica in mezzo ad un prato, vantava la chioma più vasta di tutta la provincia. Dai registri del Censimento del Comando Stazione Forestale sembra che ci siano voluti dai 300 ai 400 anni perché si agghindasse di quella meravigliosa selva di rami tentacolari. Ha visto di tutto e subìto di tutto, anche un fulmine che l'ha colpita in pieno. Ora ha qualche cicatrice, ma, se potesse parlare, direbbe, come Anna Magnani, di lasciarle stare: in fondo, ci ha messo più di 300 anni per procurarsele.

Testi di Silvia Barchiesi